Discorsi sul metodo. La necropoli di Cirene: remote sensing e monitoraggio per la salvaguardia di un patrimonio a rischio
Complesso Monumentale del San Michele, Roma
14/05/2018 - Incontri
Il 14 maggio 2018 si svolgerà presso il Complesso Monumentale del San Michele un nuovo incontro della serie “Discorsi sul Metodo”, organizzato dall’Istituto Centrale per l’Archeologia, il cui obiettivo è presentare esperienze di rilievo nazionale e internazionale nel campo della tutela e della valorizzazione del Patrimonio Culturale.
Tema del seminario sono le più recenti ricerche archeologiche in Libia condotte dall’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, in collaborazione con le Università di Roma 3, Firenze, Urbino e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La Libia è un paese ricco di emergenze archeologiche e di siti spettacolari per monumentalità e conservazione. Il suo immenso e inestimabile patrimonio è stato messo a rischio dagli eventi bellici e politici che hanno caratterizzato gli anni recenti.
Tra i tanti tesori di questo paese, Cirene rappresenta un gioiello incastonato nello Djebel Ahdar (la montagna verde), altopiano carsico ricco di archeologia ma anche di risorse naturali, canyon selvaggi e boschi incontaminati. La necropoli di Cirene si è sviluppata, sin dall’età arcaica, in questo ameno contesto sui balzi rocciosi che circondano la città. Tra le spettacolari tombe dalle articolate e variegate facciate architettoniche si trovano anche affascinanti santuari rupestri i cui rilievi, statue e naiskoi rievocano culti ctoni, frutto dell’incontro culturale tra mondo greco e indigeno.
Un patrimonio così monumentale, negli anni più recenti, è fortemente a rischio per saccheggi, vandalismo, edilizia abusiva e tombaroli che trafugano statue, monete e rilievi.
La missione archeologica dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara lavora dal 1997 in Cirenaica e ha continuato a lavorare anche durante gli ultimi difficili anni. Grazie a protocolli integrati di remote sensing, monitoraggio indiretto e diretto e grazie ad una continua e proficua collaborazione con il Department of Antiquities of Lybia e colleghi di altre missioni, il team internazionale è riuscito a monitorare e salvaguardare diversi contesti e recuperare preziose sculture sul mercato nero.
Si tratta di una continua sfida contro il tempo e solo collaborazione, costanza e protocolli condivisi possono contrastare rischi e danni a questo patrimonio inestimabile: le metodologie e le tecnologie utilizzate, anzi, sono applicabili a territori diversi e possono divenire un esempio anche per altri contesti in Italia o in altri paesi.
All’incontro parteciperanno la prof. Oliva Menozzi e i dott. Maria Giorgia Di Antonio ed Eugenio Di Valerio (Università di Chieti-Pescara) con la relazione sulle attività in corso a Cirene, che introdurrà una discussione sul tema della salvaguardia in Libia, sui problemi e sulle iniziative recenti.
Saranno coinvolti nella discussione il prof. Ettore Janulardo (Referente Settore Archeologia del MAECI DGSP-VI), la prof. Luisa Musso (Direttore della Missione Archeologica dell’Università di Roma 3 in Libia), la prof. Laura Buccino (Università di Firenze, Responsabile dello studio della Tomba di Gargarish a Tripoli), il prof. Oscar Mei (Codirettore della Missione Archeologica dell’Università di Urbino a Cirene) e il dott. Fabian Baroni (Missione Archeologica dell’Università di Roma 3).
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